Sabrina Scampini e Federico Vecchioni
Dal palco del Giorno della Verità, parla il Ceo di Bonifiche ferraresi: «L'Italia ha una grande sfida di fronte che vinceremo: siamo un mix di tecnologie, innovazione e tradizione. Abbiamo un know how straordinario che dobbiamo valorizzare».
L'Italia e le aziende: le eccellenze dell'alimentare. Perché in passato sulle grandi partite agricole l'Italia è stata debole. All'interno del primo panel del Giorno della Verità, dal titolo Agricoltura e agroindustria. La difesa dei marchi italiani, subito dopo l'intervista al ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, l'attenzione si sposta sulle aziende e a prendere la parola è il Ceo di Bonifiche ferraresi Federico Vecchioni.
«Il ministro Lollobrigida ha toccato molti argomenti che riguardano quello che l'agricoltura oggi è in grado di esprimere. Oggi qui è importante sottolineare due o tre aspetti rilevanti» - ha affermato Vecchioni - «L'agricoltura, per noi addetti al settore riguarda il futuro dei popoli, del pianeta e di molte economie. Beni che vanno molto oltre il settore agricolo. Questo ha assunto una centralità strategica. Il dato paradossale è la centralità del settore con una necessità di recupero dei mercati». Secondo il Ceo di Bonifiche ferraresi, la politica agricola comune e tutte le riforme che si sono susseguite negli ultimi anni hanno portato oggi a una logica produttivistica che è tornata di attualità, ovvero che «l'agricoltura non deve produrre meno, ma vendere di più». Sollecitato dalla giornalista e conduttrice televisiva Sabrina Scampini, Vecchioni ha poi fatto il punto sulle partite che il nostro Paese è chiamato a giocare nell'immediato presente e nel prossimo futuro: «L'Italia ha una grande sfida di fronte che vinceremo: siamo un mix di tecnologie, innovazione e tradizione. Abbiamo un know how straordinario che dobbiamo valorizzare». Proprio a proposito della tecnologia, un altro fattore di assoluta importanza è il rapporto tra l'innovazione tecnologica e l'esigenza di garantire un buon impatto ambientale e tutelare i nostri territori agricoli. «Io credo che la strada che è stata individuata di preservare la capacità produttiva sia la strada giusta» - ha affermato Vecchioni - «Questo però non va in conflitto con le esigenze di innovazione tecnologica e di tutela dell'ambiente, perché l'Italia si può benissimo dotare delle giuste infrastrutture avanzate dal punto di vista tecnologico e al tempo far coesistere l'aspetto ambientale».
Si è parlato poi della Pac, la riforma che ha l'obiettivo di dare un sostegno più mirato alle aziende agricole di piccole dimensioni, rafforzando il contributo dell'agricoltura agli obiettivi ambientali e climatici richiesti dall'Unione europea. Il Ceo di Bonifiche ferraresi si è espresso così in merito a quelle che sono le politiche agricole adottate fin qui dal governo Meloni: «Oggi non c'è più distinzione tra grande e piccolo, ma tra chi è competitivo e chi non lo è. La dimensione fisica non è un fattore che crea suddivisione, ma la capacità di comprendere. Con la riforma della Pac, per esempio, abbiamo saputo amalgamare bene gli interessi dell'agricoltura italiana che vanno dalla difesa dell'origine alla distintività dei nostri prodotti».
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Francesco Lollobrigida e Carlo Cambi
Durante l'evento organizzato dal nostro quotidiano il ministro dell'Agricoltura ha parlato di rimettere l'agroalimentare al centro dell'agenda europea come fecero i padri fondatori nel 1957, con il trattato di Roma. «In Italia abbiamo scelto il dialogo con i nostri agricoltori, abbiamo deciso di rivedere gli errori del passato».
Moderato dal giornalista de La Verità Carlo Cambi, il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida è intervenuto all'evento «il Giorno della Verità» durante l'incontro su "Agricoltura e Agroindustria. La difesa dei marchi italiani". Lollobrigida è partito dal 1957, data del trattato di Roma, le fondamenta della nascita dell'Unione Europea, per raccontare l'importanza dell'agricoltura sia per l'Italia sia per l'Europa. Del resto l'agroalimentare italiano vale 620 miliardi di euro, quasi il 30% del nostro prodotto interno lordo. Si poggia su queste basi la trattativa portata avanti proprio da Lollobrigida a Bruxelles per rafforzare i Pac, cioè la politica agricola comune, con politiche agricole degli Stati membri che devono essere sostenute da meccanismi d'intervento a livello comunitario. «Al confronto di Germania e Francia che hanno avuto grossi problemi con gli agricoltori, quasi da guerra civile, noi invece abbiamo deciso di dialogare con i nostri agricoltori e rivedere gli errori del passato, per questo motivo le proteste da noi sono state moderate» ha spiegato il ministro. «Abbiamo raddoppiato i fondi, abbiamo chiuso accordi anche con il sistema bancario per mettete a disposizione il credito a favore degli agricoltori abbiamo messo a disposizione 20 miliardi, cifre cosí importanti come quelle sono fatti e non chiacchiere».
Per Lollobrigida «l'Europa deve guardarsi dai due contendenti, Cina e Stati Uniti». Per questo motivo, il via libero definitivo del Consiglio dell’Ue alle proposte della Commissione Europea per affrontare i problemi riscontrati nell’attuazione dei piani strategici della Pac, «è un successo del governo di Giorgia Meloni». Entro la fine di maggio la riforma entrerà in vigore. In questo modo gli agricoltori europei potranno così applicare alcune delle nuove norme relative alle condizionalità ambientali retroattivamente per l’anno di rivendicazione 2024. Per Lollobrigida la nuova riforma servirà a ridurre la burocrazia ma soprattutto rimetterà «l'agricoltura al centro dell'agenda europea». Anche sulla sostenibilità, il ministro del governo Meloni ha difeso il nostro comparto, «i nostri agricoltori e pescatori sono i più ecosostebili di tutta Europa, ma hanno bisogno di sostegno». Infine sull'export, che per l'Italia vale 70 miliardi, Lollobrigida avverte «serve reciprocità tra tutti i paesi dell'Unione».
«Abbiamo una concorrenza importante da a est e ovest del nostro continente - ha concluso Lollobrigida - e dobbiamo, con un'alleanza virtuosa, sviluppare a sud con l'Africa una sicurezza alimentare che tenga conto dell'elemento della qualità, che ci garantisce la nostra libertà ma anche la soluzione di problemi come quello delle immigrazioni di massa dovute a criticità di natura economica».
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Sabrina Scampini e Maurizio Belpietro
Maurizio Belpietro e la giornalista e conduttrice televisiva Sabrina Scampini hanno inaugurato l'evento organizzato dal nostro quotidiano per approfondire temi legati a politica, geopolitica ed economia, nell'ambito dei rapporti tra Italia ed Europa.
È iniziato il «Giorno della Verità». A dare il via all'evento organizzato dal nostro quotidiano presso la sede di Fondazione Riccardo Catella a Milano è stato direttamente il direttore Maurizio Belpietro affiancato dalla giornalista e conduttrice televisiva Sabrina Scampini. «Siamo qui per fare il punto della situazione in un momento importante della storia italiana» - ha affermato il direttore della Verità - «Ci avviamo a elezioni significative per il futuro nostro e dell'Europa. Sarà una campagna elettorale contraddistinta da una serie di temi importanti».
Belpietro ha poi risposto ad alcune domande rivolte dalla Scampini.
Direttore cos'è per lei il Giorno della Verità?
«È il girono in cui si racconterà tutta la verità nient'altro che la verità. Parleremo di agricoltura, industria, energia, e in generale della situazione economica del nostro Paese».
Ci avviciniamo alle elezioni europee, che vedranno due miliardi di persone chiamate al voto, stiamo per vedere un mondo diverso?
«Sicuramente, perché quello che sta succedendo nel mondo da un punto di vista demografico, per esempio in Cina dove è in corso un calo della popolazione, oppure in India dove si ha l'effetto opposto e negli Stati Uniti dove la natalità sta diminuendo, sono segnali di cambiamenti importanti in corso. Le elezioni europee saranno molto importanti per l'Europa, i 27 Paesi devono decidere cosa fare, se esistono gli Stati Uniti d'Europa o quelli disuniti. Ci sono ancora troppe divergenze su molti temi, dal debito pubblico all'energia e all'ambiente. Se le politiche devono essere comuni ci si deve dare una regolata».
Le guerre alle porte dell'Europa che impatto stanno avendo sulla nostra economia?
«Dobbiamo fare i conti con la realtà, ci imponiamo limitazioni per inquinare meno, ma il resto del mondo lo fa? Non è così perché poi importiamo da altri Paesi che non rispettano queste regole e questo a volte danneggia la nostra economia».
Parliamo di ambiente. Lei ha l'auto elettrica?
«Io ho l'auto ibrida, ma capisco quale sia la complessità di questo tema, quanto sia difficile far coesistere le esigenze di mobilità con quelle delle persone che devono far quadrare il bilancio. Ci devono essere le infrastrutture, incentivi e risorse che oggi non ci sono».
Direttore la giornata di oggi è ricca di ospiti, tanti ministri, aziende e giornalisti. Cosa vuoi che esca da questa giornata?
«Io partecipo spesso a tanti talk, il tempo è sempre limitato, qui oggi abbiamo la possibilità di approfondire alcuni argomenti, temi importanti, come per esempio l'agricoltura».
E proprio l'agricoltura sarà il tema cardine attorno al quale si svilupperà il primo panel Agricoltura e agroindustria. la difesa dei marchi italiani, dove il giornalista della Verità Carlo Cambi intervisterà il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida.
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